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„Cosa è in pericolo: il clima o la libertà?“

Pagine Italiane, 16. 3. 2009

Gentili signori e signore,

mi permetto di fare una cosa straordinaria e cioé di parlare in italiano, una lingua che non conosco molto. Ma nonostante credo che questo mio esperimento ne valga la pena.

Vi ringrazio per il vostro invito alla presentazione dell´edizione italiana del mio libro „Pianeta blu, non verde“.

Sono molto lieto che il mio libro sia uscito giá in nove lingue, che significa quindi già in nove paesi. Dopo l´edizione ceca, tedesca, olandese, inglese, polacca, russa, spagnola segue ora l´edizione italiana. Le prossime edizioni sono in fase di preparazione, nella prima metá dell´anno corrente il libro sará redatto anche in lingua francese e araba.

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla pubblicazione italiana del libro: 

-    L´Istituto Bruno Leoni, il direttore generale Alberto Mingardi e il direttore ricerche e studi Carlo Stagnano,

-    la traduttrice del libro Diana Mengo,

-    il direttore dell´Ufficio estero della Czech Trade, per molti anni Console generale a Milano Karel Beran.

Spero di non aver dimenticato nessuno.

Il libro é stato concluso all´inizio dell´anno due mila e sette e tra alcuni giorni verrá pubblicata la seconda edizione in lingua ceca. Il libro avrebbe potuto essere sicuramente aggiornato e sviluppato ma i concetti principali non dovrebbero subire alcuna modifica. Il problema ed anche la discussione su esso rimane in sostanza senza alcun cambiamento. In base all´ipotesi – sempre piú supportata e spinta – del riscaldamento globale, o come si dice oggi cambiamento climatico e, secondo l´affermazione allarmante sull´imminente catastrofe che minaccia la civiltá umana e l´intero pianeta, sono accettate delle misure che significano oppressioni della libertá umana e della prosperitá fino ad ora sconosciute. 

La mia posizione fondamentale é menzionata nel sottotitolo del mio libro e cioé “Che cosa é in pericolo: il clima o la libertá?”. La mia risposta é chiara e forte: é minacciata la libertá, il clima sta bene, il clima é O.K. Il clima é rimasto negli ultimi diecimila anni uguale. Non é successo niente di drammatico.

Il dibattito sul riscaldamento globale è composto da due parti. Da una parte vi sono le misurazioni di temperature e di altri fenomeni climatici, l´analisi dei fattori che influenzano il clima globale, le previsioni e prognosi dello sviluppo futuro. Questo non é di mia competenza, in questa disciplina non posso fare una ricerca originale, anche se mi permetterei di dire che ho trascorso dieci anni lavorando con modelli econometrici. Mi occupavo approfonditamente delle analisi statistiche delle serie temporali, dei test di ipotesi scientifiche e della creazione dei modelli di sistemi complessi. La climatologia é un ambito che seguo molto attentamente e perció posso permettermi di affermare che nella climatologia non esiste nessun “consenso scientifico”. Si puó anche dire che negli ultimi anni si va rafforzando la voce degli avversari della sapienza convenzionale rappresentata da Al Gore, l’IPCC, Maurice Stern e altri allarmisti del riscaldamento globale. Ma su queste cose troverete di piú nel mio libro.

La climatologia é solo una parte di questo dibattito. La dottrina enviormentalistica o ambientalista sul riscaldamento globale non si occupa della temperatura globale ma dell´uomo, della societá, della libertá e della prosperitá. Il mio libro é per questa ragione un contributo al tema “the economics of global warming”. Perció nel libro ci sono capitoli dedicati alla problematica delle risorse, del mercato, dei prezzi, dei diritti di proprietá, del progresso tecnico, delle conseguenze della crescita della ricchezza, dell´analisi intertemporale che devono usare i tassi di sconto come variabile decisiva, dell´avversione razionale al rischio.

La climatologia scientifica – in contrasto con le posizioni dell’IPCC – ci indica chiaramente che:

-    non esiste un unico cambiamento del clima, ma esistono dei cambiamenti permanenti del clima,

-    i cambiamenti del clima nel nostro tempo non possono essere spiegati in base all´ipotesi del riscladamento globale antropogenico,

-    la sensibilità climatica della Terra all’ossido di carbonio é minore ai presupposti dell´IPCC,

-      non esiste un rapporto fisso e stabile tra la temperatura terrestre e tra le emissioni di CO2 (ci o due).

Da quanto sopraindicato traggo le seguenti conclusioni:

-    non é necessaria una mitigazione costosa, basta l´adattamento umano,

-    le considerazioni sul futuro dobbiamo farle in base al tasso di sconto economicamete giustificabile. Non possiamo moralizzare sul futuro, dobbiamo calcolare i costi d´opportunitá,

-    dobbiamo usare le “cost-benefit analysis” (comparazione tra i costi e i benefici), non il principio precauzionale.  

Infine vorrei dire che la mia polemica con l´ideologia del riscaldamento globale non é in contrasto con la posizione razionale di difesa dell´ambiente. Mi dispiace che molta gente non voglia capire questa differenza importante. Credo che la lettura di questo mio libro possa aumentare la comprensione di queste cose. Spero che questo mio libro troverá l´interesse dei lettori italiani.

Václav Klaus, Discorso in occasione della presentazione del libro „Pianeta blu, non verde. Cosa è in pericolo: il clima o la libertà?“, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Palazzo Clerici, Milano, 16. Marzo 2009.

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